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Breve storia della ricerca d'acqua su Marte

Il 28 settembre 2015 la NASA ha annunciato la scoperta della prova finora più attendibile della presenza di acqua salmastra sulla superficie di Marte. Nelle estati di Marte quando si ha un clima più temperato e si raggiungono i venti gradi sotto zero, l’acqua salmastra scorre lungo i pendii dei monti marziani e lascia delle righe scure che spariscono quando la temperatura si abbassa. La notizia degna di nota non era l'acqua su Marte bensì l'acqua liquida su Marte. Già dalla seconda metà del 1600 le prime osservazioni telescopiche delle calotte polari sul Pianeta Rosso lasciarono intuire la presenza d'acqua su Marte. A partire dal ventesimo secolo però si capì che il pianeta è molto più freddo del nostro e ha una pressione atmosferica cento volte più bassa. Queste condizioni estreme impediscono la presenza di acqua allo stato liquido quindi si ritenne che essa dovesse esistere solo allo stato solido. Oggi si sa, infatti, che essa esiste sulla superficie del pianeta per la maggior parte sotto forma di ghiaccio localizzato ai poli, e che una piccola quantità è presente nell'atmosfera come vapore. Il ghiaccio è presente anche nel sottosuolo di Marte. Si ritiene che alcune vaste regioni dove il ghiaccio sotterraneo è presente in quantità enormi (una sorta di permafrost) siano state antichi bacini dove milioni di anni fa forse il pianeta ospitava masse d'acqua molto simili a quelli che sono i nostri mari e oceani. Soltanto qualche mese fa quindi si è avuta conferma di acqua liquida che ad oggi scorre occasionalmente giù dalle montagne marziane. Da notare che quest'ultima contiene un'altissima concentrazione di sali, motivo per cui riesce a non congelare a temperature comunque sotto lo zero (stesso principio per il quale "el roton" cosparge le strade del Bondone di sale per sciogliere il ghiaccio). Come siamo venuti a conoscenza di tutte queste cose riguardo -un pianeta così lontano? Quanto è lontano poi Marte? Tutto quello che sappiamo è il risultato di millenni di osservazioni. A partire dal 2000 avanti Cristo, gli astronomi Egizi, Cinesi, Babilonesi e Greci notarono la presenza di Marte e ne descrissero il moto riuscendo a predirne le posizioni future. Nel sedicesimo secolo Copernico e Keplero proposero il modello eliocentrico con Marte e gli altri pianeti del sistema solare orbitanti attorno al Sole. Galilei fu il primo ad osservarlo con un telescopio e man mano che questo strumento fu perfezionato, altri astronomi riuscirono a descrivere dettagli sempre più accurati di questo pianeta, proprio come le calotte polari ma anche Mons Olympus, il più alto monte mai scoperto dall'uomo e Hellas Planitia, il più grande cratere visibile del sistema solare. Nuovi strumenti spettroscopici permisero nell’ultimo secolo di confermare o correggere le osservazioni iniziali e di aggiungere nuovi dettagli riguardo i parametri del Pianeta Rosso pur sempre scrutandolo dalla Terra. Si scoprì per esempio che Mons Olympus è un vulcano dell'altezza di ventidue mila metri e Hellas Planitia si rivelò un cratere da impatto profondo sette mila metri con un'area pari a quella dell'Unione Europea. Fu con l'avvento della cosiddetta "Era Spaziale" però che l'uomo iniziò ad osservare veramente da vicino e in un certo senso toccare con mano il suolo di Marte, imbattendosi in molteplici prove dirette dell'antica presenza d'acqua.

Mariner9, il primo veicolo spaziale ad orbitare attorno ad un pianeta diverso dalla Terra, lanciato nel 1971 dalla NASA, inviò fotografie che ritraggono tracce di erosione del suolo, letti di enormi fiumi ormaisecchi e l'enorme Valles Marineris, il sistema di canyons più grande mai scoperto nel sistema solare, tanto che potrebbe ricoprire il territorio degli Stati Uniti d'America. Negli anni seguenti altri dispositivi orbitanti (orbiters) furono inviati su Marte. I due Viking (1976), MGS (1997) e Odyssey (2002) inviarono nuove incredibili foto delle pianure e dei monti di Marte apparentemente modellati da quelle che dovevano essere quantità incredibili d'acqua e ghiacciai immensi e raccolsero informazioni spettroscopiche che permisero di predire la presenza di ghiaccio sotto la superficie del pianeta. I landers Pathfinder (1998) e Phoenix (2008) invece atterrarono su Marte raccogliendo informazioni su temperatura e pressione atmosferica. Confermarono la presenza di erosione in superficie e di ghiaccio nel sottosuolo e rivelarono la presenza di nuvole e addirittura neve (di anidride carbonica congelata, o ghiaccio secco) che quindi a quanto pare cade più su Marte che a Sardagna. Spirit e Oportunity (2004) sono cosiddetti rovers dotati di ruote che non solo raggiunsero il suolo del Pianeta Rosso ma ebbero anche l'opportunità (da qui il nome) di muoversi ed esplorare. Furono progettati per resistere solo tre mesi ma grazie all'inaspettato aiuto dei venti marziani che periodicamente ripulivano i loro pannelli solari, la durata della loro missione superò le attese. Il primo riuscì a tirare avanti per sei anni mentre il secondo è ancora oggi operativo, ben undici anni dopo l’inizio della missione. Anche le loro scoperte rinforzarono la convinzione che l'acqua scorreva anticamente su Marte. Spirit si trovò addirittura a dover trascinare dietro di sé una delle ruote andata fuori uso e il solco che ne risultò portò alla luce del terreno che fu analizzato. Gli scienziati ritengono che questo terreno potrebbe essere stato perfetto per ospitare forme di vita batteriche perché ricorda in contenuto e morfologia alcune rocce Terrestri formatesi dal contatto con acqua e rocce vulcaniche. Infine il rover Curiosity (2012), l'ultima missione su Marte fino ad ora, ci ha inviato informazioni riguardo rocce fatte di sabbia e piccoli sassi che appaiono erose dall'acqua corrente come potrebbe essere accaduto nel letto di un fiume. La scoperta dell'acqua liquida che scorre e lascia strisce scure sulle coste dei monti Marziani è da attribuire invece a Mars Reconnaisance Orbiter, un altro orbitante che ha raggiunto Marte nel 2006 e che da allora continua a ritrarlo in magnifiche fotografie. E non è finita: Stati Uniti, Europa, India ed Emirati Arabi stanno progettando e sviluppando almeno altre sei missioni distinte per portare su Marte altri orbitanti, stazioni e rovers che avranno il compito di indagare sempre più dettagliatamente il Pianeta Rosso. Ci chiedevamo poi quanto è distante Marte. Ebbene la risposta a questa domanda è variabile. Ricordiamoci che stiamo parlando di pianeti in movimento. Terra e Marte seguono orbite ellittiche attorno al Sole e quindi la distanza tra loro è diversa in questo momento da quella che era nel momento in cui avete iniziato leggere questa riga. Ci sono momenti in cui Marte e Terra sono più vicini -opposizione di Marte rispetto alla Terra- e altri in cui la distanza tra loro raggiunge il limite massimo -congiunzione-. Quando parliamo di sonde o missioni su marte, non ci rendiamo effettivamente conto di quale INCREDIBILE viaggio questi piccoli esploratori devono affrontare. Numeri troppo grandi possono creare confusione ma semplici paragoni possono essere d'aiuto. Ad esempio come potreste immaginarvi nove trilioni (9 mila miliardi) di chilometri? Risulta più intuitivo ma non meno impressionante riferirsi a questa distanza come quella percorsa dalla luce in un anno, ovvero un anno-luce! Tornando a noi, quando si ha opposizione di Marte rispetto alla Terra la distanza tra i due può arrivare a minimi di cinquantasei milioni di chilometri (o tre minuti-luce) come successo nell'agosto del 2003. Ciò significa che se la Terra fosse grande come una pallina del calcetto, Marte sarebbe un'altra pallina grande la metà della prima a 130 metri di distanza. Immaginate la nostra pallina del calcetto all’incrocio della Strada Nova con la strada che porta zò ai Laghi e immaginate il nostro veicolo spaziale che in scala sarebbe quattro milioni di volte più piccolo della pallina e quindi praticamente invisibile. Immaginate questo frammento microscopico di pulviscolo partire dalla pallina in movimento, attraversare in otto mesi tutta la Strada Nova fino alla fermata della corriera e infine atterrare sull’altra pallina. Perché continuiamo a spingerci ad esplorare luoghi così lontani che forse non raggiungeremo mai? E cosa significa la presenza di acqua liquida su Marte? La conferma di acqua liquida su Marte è importantissima perché si ritiene che dove c’è acqua c’è o può esserci stata vita e trovare tracce di vita fuori dal nostro pianeta sarebbe una delle scopertepiù importanti della storia dell’uomo.Notizie come quella del 28 settembre ci ricordano che l’uomo stesso potrebbe non essere così specialee unico come spesso diamo per scontato, e sono fonte di profonda riflessione su quanto piccolo einsignificante sia tutto quello che succede sulla Terra quando messo a confronto con la magnificaimmensità che ci circonda, il nostro Universo, di cui il Sistema Solare non è che una minuscola parte diuna frazione infinitesimale.E chi non fosse ancora toccato dall’importanza della scoperta di acqua liquida su Marte e magariritenga che forse non si dovrebbe investire in questi progetti, sappia che l’uomo, curioso per natura,cercherà sempre di placare la sua sete di conoscenza impiegando tempo e risorse. Perché in fondo èproprio quella sete insaziabile che l’ha portato dov’è ora, che sia un bene o un male.Come disse uno scienziato danese del quale uno dei crateri di Marte porta il nome, Steno (1638-1686):“Bello è ciò che vediamo, bellissimo è quello che sappiamo. Più bello in assoluto è quello che NONsappiamo.”


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